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Luca Ghioldi e il potere liberatorio del funky: intervista per “Datemi un funky”

Con il suo nuovo brano, Luca Ghioldi celebra la capacità della musica funky di ridare energia e vitalità. "Datemi un funky" è un m...


Con il suo nuovo brano, Luca Ghioldi celebra la capacità della musica funky di ridare energia e vitalità. "Datemi un funky" è un messaggio di speranza e determinazione, invitando tutti noi a non arrenderci di fronte alle sfide quotidiane.

Ciao Luca! Come inizia il tuo percorso artistico?
Ciao a tutti! Il mio percorso artistico è iniziato suonando cover in diverse formazioni e suonando diversi generi musicali (ho iniziato con il punk/rock e l’heavy metal per finire poi nella musica hardcore old school, fino ad arrivare al pop con tutte le sue sfumature).
Da quando ho iniziato a vedere la musica in modo più professionale e meno come hobby, ho suonato tantissimo in acustico (duo/trio) e poi ad un certo punto è scattata la scintilla che mi ha portato a lanciarmi nel mondo della scrittura di brani miei (inizialmente con risultati pessimi perché ogni volta che riascoltavo quanto avevo provato a registrare, cancellavo tutto con grande insoddisfazione) e poi, ad un certo punto della mia vita, probabilmente avevo bisogno di dire qualcosa, di raccontarmi e lo scrivere si è trasformato in un’esigenza, in qualcosa che finalmente ho sentito davvero mio.

Da poco è uscito il tuo ultimo singolo. Come è nato?
Datemi Un Funky è nato sul lungo lago di Arona, in occasione di una giornata primaverile in cui avevo una voglia matta di fare una passeggiata.
Mi ricordo che feci diversi tentativi per coinvolgere alcuni amici, ma tutti erano presi da altro; fu così che presi la chitarra, il mio blocco note con penna e decisi di andare al lago per i fatti miei.
Mentre suonavo davanti alle piccole onde che si infrangevano contro un molo, ho iniziato a fischiettare un tema e da lì ho lasciato uscire tutti i pensieri che avevo in quel momento.
Parole e accordi annotati, brevi registrazioni con il telefono e dopo circa un anno, dopo aver fatto ascoltare il tutto a mio fratello (arrangiatore e produttore), iniziammo il percorso di registrazione.

Il brano farà parte di un disco?
Esatto! Il brano sarà inserito in un album di 12 brani (o scatole come le ho chiamate nella title track) e avrà come titolo “Il Signor Nessuno”; dovrebbe uscire verso settembre/ottobre e non vedo l’ora di pubblicarlo perché contiene moltissime sfumature che mi caratterizzano!

Il singolo è accompagnato dall’uscita del videoclip? Raccontaci qualche aneddoto. 
Eheh, mi viene da ridere perché quando ho girato il videoclip mi sono divertito come un matto e poi Diego, Antonio e Giovanni di MelaZStudio sono troppo simpatici!
La scena della tazza di caffè è stata una take sola e prima di farla ho passato 10 minuti a studiare l’angolazione e il modo in cui sollevare la tazza per buttarmi addosso il caffè…quella della pillola invece è stata scelta la prima take ma nelle successive continuavo a cambiare pastiglia perché mi lasciava il colore blu sui vestiti.
Mi è piaciuto molto l’idea che hanno avuto i ragazzi di MelaZ nel voler coinvolgere i team di Cheerleading e Ginnastica Ritmica di Rho che hanno dato un valore aggiunto al clima festoso e dovete sapere che hanno improvvisato tutto al momento: davvero molto brave!

Qual è la soddisfazione più grande che hai ottenuto finora?
La soddisfazione più grande credo sia stata quella di ascoltare i miei brani e riuscire ad emozionarmi (è scesa qualche lacrimuccia) perché è stato come sentire una parte di te che pulsa al punto di esplodere e brama la voglia di andare ovunque.

Qualche novità che vuoi condividere in anteprima con noi?
Ho già fatto uno spoiler sull’uscita del disco, ma posso fare uno spoiler anche sul fatto che due soli (uno di sax e uno di tromba) sono stati fatti da due musicisti che hanno fatto parte degli 883 nel periodo in cui ero bambino e andavo matto per loro: sono Michele Monestiroli e Daniele Moretto.
Ci sarebbero anche altri nomi che meritano delle menzioni di gratitudine ma li scoprirete con l’uscita del disco, altrimenti che gusto c’è?! ;)